NOCI – Riceviamo e pubblichiamo una lettera giunta in redazione a firma di Vincenzo Sansonetti circa le modalità diverse per riutilizzare il materiale proveniente dai rifiuti. La lettera giunge a seguito dell’articolo “La società del riciclo (parte seconda)” a firma di Daniela Fusillo.
Di seguito il testo integrale della lettera:
Egregio Direttore,
leggo con sincero stupore l’articolo pubblicato lo scorso 3 agosto sul quotidiano da lei diretto, a firma di
Daniela Fusillo – presidente dell’ass. MurgiAmbiente di Noci -, dal titolo “La società del riciclo (parte seconda)”,
nel quale si sponsorizza in maniera decisa l’utilizzo di inceneritori allo scopo di ricavare energia dai rifiuti.
Detto che anche l’uso delle discariche andrebbe limitato al massimo, e le soluzioni ci sono visto che ormai
numerosi comuni italiani arrivano fino al 90% di raccolta differenziata, la pratica dell’incenerimento è la
negazione di quell’Economia Circolare finalmente oggetto di direttive della Comunità europea e pilastro delle
politiche di riduzione dei rifiuti, in quanto interrompe il ciclo di riutilizzo dei beni post-consumo.
L’incenerimento è in assoluto la scelta peggiore dal punto di vista sanitario, ambientale, economico.
Un impianto di incenerimento per il suo enorme fabbisogno giornaliero di combustibile è un ostacolo alla
raccolta differenziata, prima fra tutte quella della plastica di cui è vorace consumatore. Il potere calorifico di
questi impianti è abbastanza basso, intorno al 25%, bruciando così inutilmente il 75% dell’immesso. Al tempo
stesso non elimina l’uso delle discariche: il 22% di materiale in ingresso diventa in uscita rifiuto speciale da
smaltire in discarica (ceneri pesanti, scorie tossiche pericolose, fanghi pericolosi da trattamento dei fumi).
In una lettera al Ministro per l’Ambiente Galletti, il dott. Di Ciaula (direttore scientifico di ISDE Italia- Medici per
l’Ambiente), scrive: “Numerose evidenze fornite dalla letteratura scientifica internazionale (pubblicazioni su
autorevoli riviste con revisori e impact factor), in continua crescita, hanno ripetutamente dimostrato che gli
inceneritori di rifiuti emettono sostanze tossiche per l’ambiente e per la salute, che molte di queste sostanze si
accumulano nelle matrici ambientali e nell’uomo, che superano la barriera placentare (danneggiando la vita
fetale), che sono trasmissibili persino attraverso il latte materno e che causano un incremento di rischio
sanitario per malattie neoplastiche e non neoplastiche, un aumentato rischio di ritardo psicomotorio nei
bambini, un aumentato rischio di malformazioni fetali, di basso peso alla nascita e di parti pretermine.
Queste evidenze internazionali- continua Di Ciaula – sono valide anche per i cosiddetti “inceneritori moderni” e
la certificazione di un incremento del rischio sanitario per i residenti nei territori limitrofi agli inceneritori deriva
anche, oltre che da studi internazionali, da ampi studi nazionali (ad es. lo studio ERAS Lazio, lo studio Moniter),
condotti da autorevoli enti pubblici (Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Nazionale della
regione Lazio, Arpa Lazio, Regione Emilia Romagna, ARPA Emilia Romagna).
Persino sul sito ufficiale del Ministero della Salute, si riporta un aumento del rischio relativo di malformazioni
congenite e di numerosi tumori maligni in seguito all’esposizione di Comunità alle emissioni da incenerimento
dei rifiuti”.
Naturalmente, oltre alla perdita di vite umane, la collettività si fa carico anche degli elevati costi economici
della spesa sanitaria conseguente.
Come ricorda Enzo Favoino, Scientific Coordinator presso Zero Waste Europe, riguardo all’aspetto strettamente
ambientale, “la Comunità europea con la Comunicazione sul Waste to Energy pubblicata il 26 gennaio di
quest’anno, sottolinea la presenza di un eccesso di capacità di incenerimento che già oggi riguarda molti Paesi
e zone d’Europa, Italia compresa, e invita gli stati membri a considerare con attenzione i piani futuri di nuovi
inceneritori e le relative politiche di finanziamento, raccomandando di esplorare prima tutte le opzioni inclusive
della realizzazione di capacità di riciclo e compostaggio come strumento prioritario di riduzione dello
smaltimento a discarica, e della valutazione degli effetti a 20-30 anni della crescita della raccolta differenziata,
onde evitare realizzazione di capacità di incenerimento in eccesso”.
Tanto dovevo a completamento di quanto esposto nell’articolo dell’ambientalista dott.ssa Fusillo, affinché
ognuno abbia un quadro più esaustivo dell’argomento e si faccia una propria idea.
Cordialità
Vincenzo Sansonetti
Movimento nazionale legge Rifiuti zero