NOCI – Inaugurata a giugno 2015 è già nell’occhio del ciclone. La residenza per anziani Sant’Anna, sita in un palazzo gentilizio nel centro storico di Noci, sarebbe al centro di una vicenda giudiziaria dai contorni non ancora ben definiti.
Stando alle cronache regionali, la struttura retta dalle suore dell’ordine Figlie di Sant’Anna e gestita dalla Greenaldo srl, sarebbe al centro di un’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Bari in merito ai lavori di ristrutturazione dell’immobile atti a trasformare lo stesso in residenza per anziani.
Le indagini avrebbero preso avvio da un controllo fiscale su alcune aziende del luogo da cui spunterebbe un presunto giro di “fatture gonfiate” che vede coinvolte alcune aziende che hanno preso parte alla ristrutturazione. I lavori oggetto di controllo erano beneficiari di finanziamenti pubblici. In pratica, secondo l’ipotesi investigativa, alcune delle aziende coinvolte avrebbero emesso fatturazioni di lavori con importi molto più alti rispetto alle prestazioni reali restituendo in contanti la parte della sovrafatturazione al fiduciario del finanziamento. Dall’altra parte lo stesso, forse nel tentativo di mascherare fiscalmente parte dei compensi percepiti in maniera illecita, emetteva al contempo fatture per consulenze fittizie.
Ma ad un certo punto il meccanismo dev’essersi inceppato. Cosa sia andato storto nell’affaire casa di riposo non è ancora chiaro ma la procura del capoluogo barese ha voluto vederci chiaro avviando indagini in merito al meccanismo utilizzato per ottenere i finanziamenti. A seguito di perquisizioni e deposizioni, la stessa ha incaricato la Guardia di Finanza di far notificare almeno tre avvisi di garanzia, tra questi figurerebbe anche un amministratore pubblico dell’attuale giunta Nisi, ma il suo coinvolgimento non riguarderebbe atti amministrativi.
«Il mio assistito è vittima di raggiro – dichiara Giuseppe Sgobba, difensore di una delle imprese coinvolte – cercheremo di venire a capo della vicenda visto che il legale rappresentante dell’azienda che rappresento è stato messo sul lastrico, con una schiera di subappaltatori che bussano alla sua porta». Nel fascicolo d’indagine comparirebbero anche i nomi di una decina di imprese locali e di persone legate all’istituto ecclesiale.