NOCI – Questo 2017 è un anno molto importante per la nostra amata Puglia dal punto di vista letterario, poiché è stata indetta la prima edizione del “Premio Presidi del Libro”, un concorso che prevede due premi: il “Libro dell’anno”, ossia il libro più votato dai lettori pugliesi, il cui vincitore avrà la possibilità di soggiornare un fine settimana in una masseria pugliese e promuovere la sua opera su tutto il territorio pugliese dove operano i Presidi del Libro; e il “Lettore dell’anno”, assegnato dal Consiglio Direttivo dell’Associazione alla migliore motivazione indicata dai lettori. Il vincitore di questo premio avrà l’opportunità di soggiornare in una delle due città italiane dove si terrà il Salone Internazionale del Libro (Milano o Torino).
Tra i 35 libri finalisti del concorso, vi è anche “Quando eri qui con me”, il romanzo esordio del giovane scrittore nocese Rocco Roberto, il quale a LeggiNoci.it ha raccontato cosa lo ha condotto a concorrere per questo premio.
«Ho avuto la possibilità di candidarmi con il mio romanzo poiché era stato precedentemente presentato dal Presidio dei Libri locale, nel dicembre 2015. Partecipare ad un concorso letterario, personalmente, è sempre un passo che serve per dare visibilità a un romanzo e cercare di portarlo sempre più fuori dai propri confini territoriali. Infatti, per me esso rappresenta innanzitutto la possibilità di conquistare ancora una fetta in più di lettori, ma lo vivo con una certa importanza soprattutto perché mi ha dato la possibilità di “gareggiare” con scrittori importanti nel panorama della letteratura contemporanea italiana. Questo è per me motivo di orgoglio».
Nonostante l’immediato successo e i numerosi riconoscimenti che pian piano si sta guadagnando, il giovane scrittore nocese sembra rimanere con i piedi per terra e riconoscere la lunga strada che lo aspetta per poter acquisire maggiore esperienza. «Quando ho preso visione dei titoli in gara non è stato sul mio romanzo che ho posto la mia attenzione, bensì sugli autori con i quali mi ritrovo a gareggiare. Una fra tanti, tra l’altro tra i miei autori preferiti, è Chiara Gamberale. Ma posso fare il nome anche di un Erri de Luca, Lisa Ginzburg. Quindi ho provato orgoglio, ma anche un po’ di timore, poiché il mio primo “figlio letterario” si è ritrovato al cospetto, diciamo così, di autori importanti. Proprio per questo non penso di poter vincere perché sono consapevole dei limiti della mia giovane esperienza letteraria e dello spessore letterario degli autori con i quali gareggio. Ma considero già una vittoria vedere il mio romanzo tra quei nomi e quei titoli famosi».
Secondo un antico proverbio però, “la speranza è l’ultima a morire”. Perciò, chiunque voglia sostenere il nostro concittadino, può recarsi presso la cartolibreria Cartunia nei giorni 4 e 5 marzo 2017 e votare il libro dell’anno. Il voto espresso darà, inoltre, la possibilità di partecipare al premio “Lettore dell’anno”. La premiazione dei vincitori avverrà nella seconda settimana del mese di maggio.
Ogni vittoria rappresenta un sogno nel cassetto. Per Rocco Roberto vincere questo concorso «significherebbe ricevere la conferma che il mio romanzo ha qualcosa da dire, ha dei frammenti di specchio all’interno dei quali il lettore sa riconoscersi e in cui trova modo di riflettere. La dedicherei a me stesso, sono sincero, perché troppo poco spesso credo in quello che semino e in quello che valgo». Inoltre aggiunge: «Sicuramente concentrarmi sul lavoro, che è quello di docente. Ma non nego che vorrei avere più forze e più tempo per riprendere le redini di un terzo romanzo già avviato. Terzo, poiché il secondo è già pronto. Chissà!».
Ai taccuini di LeggiNoci.it si è sottoposto anche il referente dell’associazione Presidi del Libro di Noci Stefano Verdiani, il quale orgoglioso del risultato raggiunto dal suo amico, anch’egli membro dei Presidi, ha affermato: «Il romanzo contiene, a mio avviso, passaggi commoventi che toccano nel profondo. Oggi siamo troppo impegnati a pensare al nostro futuro e trascuriamo una cosa importante che identifico con una sola parola: Dialogare. Il dialogo con il proprio simile è qualcosa di importante perché apre la strada alla conoscenza e all’interscambio culturale. Certi sentimenti come amore, dolore represso, lavoro e attaccamento alla propria terra sono i fili che Rocco, nel suo romanzo, ha intessuto lanciando un segnale che potremmo riassumere con un passaggio della nostra recensione di presentazione al Premio: “Il giovane autore conduce i suoi coetanei ad un’attenta riflessione sulle scelte future e i più maturi ad una profonda indagine sulla propria esistenza”».