Scandalo in Giunta: Locorotondo a casa

NOCI – Antonio Locorotondo è fuori dalla giunta comunale. È arrivata infatti ieri mattina la nota di revoca con cui di fatto il sindaco Domenico Nisi lo ha rimosso dall’incarico di Assessore. Le motivazioni del sindaco non convincono i social al punto che qualche cittadino si pone l’interrogativo “Perché solo Antonio Locorotondo?”.  La decisione è stata presa all’indomani della pubblicazione di alcuni articoli scottanti apparsi sulla stampa in relazione al presunto coinvolgimento di Antonio Locorotondo in un’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Bari per l’organizzazione e le spese del programma natalizio 2015. Il “Quotidiano Italiano” pubblica la telefonata integrale di un testimone, sentito dagli organi inquirenti, nella quale emergono circostanze e fatti eclatanti.

L’inchiesta sembrerebbe essere  partita a seguito della denuncia dei cinque consiglieri comunali di opposizione i quali lamentavano di come la giunta comunale, costituita in quella circostanza, dagli assessori Giovanni Marino Gentile, Vittorio Lippolis, Lucia Parchitelli e Antonio Locorotondo, con la delibera n. 121 del 2015, avesse potuto approvare la calendarizzazione di alcune manifestazioni natalizie se pur la loro proposta di realizzazione fosse stata materialmente presentata, al protocollo del Comune di Noci, successivamente alla loro approvazione. Una stranezza che pare non abbia convinto nemmeno la Procura della Repubblica la quale ha così deciso di non archiviare l’esposto ma di avviare una lunga indagine atta ad accertare presunti abusi, illeciti o irregolarità.

Il diretto interessato non si esprime e si trincera dietro un religioso silenzio. Orfano dell’Udc, il partito che lo aveva eletto e portato in giunta a seguito del rimpasto del 2015, Locorotondo si ritrova fuori anche dall’esecutivo. Dopo lo scandalo della questione dell’ex assessore Vittorio Lippolis il sindaco Nisi si ritrova con due assessori in meno su una rosa di cinque ed una gestione della cosa pubblica tutta da chiarire.

Di seguito i lettori potranno leggere i contenuti rivelati dal testimone nella telefonata apparsa sul “Quotidiano Italiano” e la nota diramata dal Sindaco Nisi.

La Telefonata apparsa sul “Quotidiano Italiano”: «“Io ho parlato con il signor Antonio Locorotondo, ricordo che la sera della nostra esibizione c’era anche il sindaco che intervenne e ci ringraziò. Ho ricevuto il compenso dopo un po’ di tempo brevi manu dal signor Locorotondo. A lui chiesi a chi avrei dovuto emettere la ricevuta e lui mi disse che questi soldi sono stati ricevuti da una società di cui non ricordo il nome, forse Work Media. Dai finanzieri mi è stata fatta vedere una ricevuta falsa con una firma non mia. Non ho mai avuto contatti con questa società. Sulla ricevuta c’era un importo pure leggermente superiore rispetto a quello che mi è stato dato. Dissi a chi mi interrogava anche il luogo esatto in cui Locorotondo mi diede i soldi. Sulla ricevuta c’era 100 euro in più rispetto a quanto pattuito. Mi fu chiesta la scheda tecnica su quanto chiedevamo per la serata. Non ho avuto mai contatti con la società con sede a Milano e non so neppure chi sia il titolare. Una persona che non ho mai visto né sentito.  Io credevo che fosse il Comune di Noci, con il quale mi interfacciavo, ad occuparsi della manifestazione. La mia proposta l’ho indirizzata via mail al comune di Noci, come ho fatto con altre amministrazioni comunali, che mi pagavano regolarmente con bonifico dopo delibera. Per una questione di tracciabilità le altre amministrazioni accreditano sul nostro conto. Più volte ho chiesto a Locorotondo a chi dovessi intestare la ricevuta, perché i soldi non mi piovono dal cielo. Io avrei potuto dire che non ho mai ricevuto nulla, per onestà ho detto di aver avuto 800 euro brevi manu, nessuno mi ha detto a chi avrei dovuto intestare la ricevuta.  Ricordo anche che il primo incontro, l’ho avuto con Locorotondo davanti all’Ufficio XXX del Comune di Noci. Lui mi disse ci vediamo a XXX così facciamo mezza strada per uno e ti do i soldi. Qualcuno ha successivamente emesso una ricevuta falsificando la mia firma, perché la mia firma è depositata alla Corte dei Conti ed è facile verificarla. Qualora la questione dovesse andare avanti, dopo essere stato ascoltato come persona informata sui fatti, a quel punto farò denuncia per tutelare la mia immagine e quella della mia associazione. Io rispondo di quello che faccio, è stata la prima volta che mi è capitata una cosa del genere. Essendo stato contattato da Locorotondo ed avendo inviato la scheda tecnica con la richiesta di rimborso di 800 euro, pensavo che la cosa rientrasse nella manifestazione organizzata dal Comune. Per me l’interfaccia era il Comune. A me non è mai stato detto che ci fosse una società che si occupasse dell’aspetto artistico se non la sera in cui ho preso i soldi a XXX. In quell’occasione Locorotondo mi ha detto se ti dovessero chiedere qualcosa digli che li hai avuti da questa società. A dicembre 2016, un anno dopo, Locorotondo mi disse che mi avrebbe inviato tramite email questa ricevuta, in cui era riportato un importo maggiore di quello effettivamente preso. Al telefono mi disse che mi avrebbe inviato tutto, dopodiché non ho mai ricevuto questa mail e poi sono stato convocato dalla Finanza”», (cfr. il quotidiano italiano)

 La nota diramata dal primo cittadino Nisi: «Non si tratta del riconoscimento della colpevolezza dell’Assessore. Non spetta a noi, infatti, stabilire quali siano (se ci sono) le responsabilità in questa vicenda – ha tenuto a specificare il Sindaco. – Si tratta semplicemente di ridare serenità all’intera Amministrazione Comunale senza, con questo, voler attribuire responsabilità personali ad Antonio, ma solo al fine di impedire che si continui strumentalmente a rievocare e ad utilizzare, in vario modo, questa vicenda come elemento di discredito sull’operato dell’intera Amministrazione Comunale. Non spetta a noi, infatti, stabilire se ci sono responsabilità, ed eventualmente quali – ha tenuto a specificare il Sindaco – si tratta semplicemente di consentire ad Antonio la tranquillità di potersi difendere, con tutti gli strumenti che riterrà opportuno, dalle accuse che gli vengono mosse e all’Amministrazione di poter continuare a lavorare, in quest’ultimo anno, in maniera compatta e con la giusta concentrazione che le tante cose in fase di completamento richiedono».

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