NOCI – Interviste a profusione, dichiarazioni d’intenti e rivendicazione di meriti: per dirla in soldoni, è cominciata la campagna elettorale. Quel che si prefigura dinanzi al cittadino nocese è uno scenario sconcertante, intriso di confusione, difetti, inciuci e poca trasparenza.
A studiare i primi accordi politici, dopo quattro anni di silenzio, pare essere il senatore Piero Liuzzi, in politica da circa trent’anni e già stato sindaco per ben dieci, poi approdato in Senato con la spilletta Pdl campeggiata sulla giacca, salvo dopo ritrovarlo tra le file dei Conservatori e Riformisti e oggi in prima linea nel partito di Direzione Italia. Definendo “azzoppata” la giunta comunale e accusando il Pd perché nato da “accordi apparentemente senza logica”, Liuzzi, attraverso un comunicato diffuso a mezzo stampa, non ha risparmiato proprio nessuno. Parole ma anche fatti: l’ex sindaco parrebbe visibilmente e concretamente proiettato ad accaparrarsi sotto la sua ala varie forze politiche come Fratelli d’Italia, Forza Italia e la propria Direzione Italia con l’obiettivo precipuo di una operativa convocazione di tavoli. Ma essendo risaputo che chi semina vento raccoglie tempesta, Piero Liuzzi ha dovuto incassare i colpi bassi provenienti sia dall’attuale sindaco Domenico Nisi che, vantandosi di aver risolto annose questioni di interesse pubblico, lo ha accusato di “vivere il suo ruolo come un pulpito dal quale parlare, senza mai dire nulla ma solo per occupare uno spazio sui giornali”, sia dal segretario del circolo Pd Vito Plantone che si è interrogato apertamente sul suo dubbio contributo come parlamentare.
Un botta e risposta che odora sin da subito di aggressività verbale e che vede mettere in scena una realtà triste in cui chi guarda la pagliuzza nell’occhio dell’altro possiede ed ignora la trave nel proprio. I fatti si fanno intricati e difficilmente sbrigliabili se si aggiunge che, nel Pd, parrebbero esserci scontri accesi e richieste reciproche di dimissioni tra chi siede in consiglio comunale e chi in giunta. E tutto questo accade mentre, sullo sfondo, campeggiano gli assessorati vacanti precedentemente attribuibili a personaggi attualmente indagati e non ancora rimpiazzati in segno di totale negligenza nei confronti di settori rispettabili quanto portanti del benessere della collettività.