NOCI – In occasione del sabato prima della Santa Pasqua, lo scorso 31 marzo l’associazione nocese Agricultura ha voluto proporre la seconda edizione di “Candè all’òve”, un antico rito che si vuole riportare alla luce, con il quale in passato si era soliti recarsi tra le masserie dotati di semplici strumenti ed eseguire canti popolari in cambio di prodotti della tradizione, solitamente uova.
Tante le novità di quest’anno, a cominciare dal percorso, ambientato nel territorio situato tra i confini di Noci e Mottola. Dalle prime ore del pomeriggio i numerosi partecipanti, sfidando il forte vento, hanno raggiunto il Circolo Ippico Monaci, punto di partenza, per avventurarsi in una passeggiata-trekking tra il circondario della storica Masseria Monaci, circondati dallo splendido scenario naturalistico che il nostro territorio ci regala.
Durante il percorso sono state in tutto tre le masserie presso le quali si è fatto tappa, cantando tutti insieme un canto ricreato già lo scorso anno dai ragazzi dell’associazione, oltre ad altri brani popolari come U sonatore de pitipù, con la straordinaria partecipazione del simpatico Giuvuanne a fermichele, ricevendo in cambio dai proprietari delle masserie uova e altri prodotti locali donati ai bambini presenti.
Ad impreziosire l’evento sono stati gli interventi di Antonio Natile, giovane appassionato di storia locale, il quale si è soffermato sul racconto del brigantaggio che ha caratterizzato queste zone tra il 1861 e il 1863, diffondendo numerose curiosità che hanno segnato un pezzo della nostra storia, e Vito Zito, membro del Centro Studi sui Dialetti Apulo Baresi esperto di botanica, il quale ha catturato l’attenzione dei presenti illustrando le numerose varietà di piante spontanee locali ed insegnando a riconoscerle.
Giunti al capolinea, prima di assaporare i prodotti locali offerti da caseifici, forni e fruttivendoli nocesi, la food blogger nocese Anna Gentile, la quale ha spiegato le origini di un tradizionale dolce pasquale, u sòrge mbise, dall’importante significato religioso “risorge l’appeso”, che in passato, quando la vita era più semplice e modesta, rappresentava il regalo pasquale più atteso dai bambini, sostituito oggigiorno dalle uova di Pasqua. Al termine della spiegazione è stata letta la splendida poesia di Pietro Gigante che narra la tradizione di questo tipico dolce pasquale, buono e semplice da realizzare.