NOCI – Che la televisione italiana fosse creatrice e distributrice di programmi discussi lo si sapeva già. Ma adesso pare si stia davvero esagerando in fatto di spettacolarizzazione di vissuti, emozioni e disagi psicofisici dati in pasto a milioni di utenti con il fine precipuo di riscuotere grandi numeri a livello di audience. “Selfie – le cose cambiano” è il nuovo prodotto mediatico trasmesso il lunedì sera sul canale quinto di Mediaset, condotto da una resuscitata Simona Ventura.
Certamente lo scopo è nobile: trattamenti chirurgici vengono elargiti a chi quegli stessi trattamenti non può economicamente permetterseli e si offre, in tal modo, la possibilità di modificare il proprio aspetto esteriore, migliorare difetti del corpo o concedere supporto psicologico per fobie o abitudini devianti. E fin qui andrebbe anche tutto bene se non fosse che le richieste d’aiuto giungono direttamente a tre coppie di mentori, i quali, mossi unicamente dalla necessità di avere i riflettori puntati su di sé, si trovano a rappresentare l’ago della bilancia e dunque a sentenziare in pochi minuti (e sulla base di ragionamenti senza capo né coda) circa decisioni di vitale importanza. I due bellocci del momento Stefano De Martino e Mariano Di Vaio, il pallavolista russo Ivan Zaytsev e la soprano Katia Ricciarelli, la riciclata maestra Alessandra Celentano e il cuoco Simone Rugiati sono infatti i sei pseudo esperti che detengono il potere decisionale. Al termine di ogni puntata poi, altri cinque giudici, più o meno famosi, decretano la coppia che meglio ha prestato il proprio contributo.
Quel che sfugge è che i percorsi di cambiamento estetico sono fatti seri e come tali andrebbero analizzati da professionisti del campo psicologico prima ancora che medico, vagliando motivazioni alla base nonché malesseri reali o presunti che hanno inciso o continuano ad incidere a livello cognitivo, affettivo, comportamentale e relazionale implicando distorsioni nel processo di accettazione di sé e nella percezione della propria immagine corporea.
Pertanto, ricalcando la scia di format già visti e rivisti, la trasmissione odora di trash sforando il più delle volte in grasse risate e ridicolizzando chi, con imbarazzo e coraggio, esprime una problematica in ogni caso degna di rispetto.