NOCI – Anche per la senatrice e sottosegretario di stato al Miur Angela D’Onghia e per il senatore Piero Liuzzi oggi scatta il v-day, giorno da cui possono beneficiare di una pensione aggiuntiva di 1000 euro netti da poter ritirare a 65 anni se non rieletti. E mentre l’Inps annuncia che a partire dal 2018 le donne andranno in pensione con la stessa età degli uomini, vale a dire 66 anni e 7 mesi, per via dell’aumento di un anno per le dipendenti private, sulla base dei parametri fissati dalla legge Fornero, per i 608 parlamentari è un giorno di festa.
Quello che nella semplificazione politico-giornalistica viene chiamato vitalizio è scattato oggi, a 4 anni, sei mesi e un giorno per 608 parlamentari al primo mandato di cui 417 deputati e 191 senatori. Ad accomunare i due senatori nocesi non è solo il v-day ma anche l’aerea di dibattimento politico. Anche se provenienti da due formazioni politiche diverse e per certi versi distanti l’una dall’altra, oggi i due senatori nocesi si ritrovano nel gruppo GAL al senato. La senatrice vi si ritrova dopo lo smembramento di Scelta Civica per l’Italia, il senatore perché Direzione Italia, dopo la fuoriuscita di una senatrice rientrata in Forza Italia, ha perso il numero minimo per essere gruppo parlamentare in senato.
Da oggi D’Onghia e Liuzzi potranno beneficiare del vitalizio a 65 anni se non rieletti. Per chi invece ha già delle legislature alle spalle, l’età si abbassa ma non può essere inferiore ai 60 anni. Per ogni anno di mandato oltre il quinto, il requisito anagrafico è diminuito di un anno sino al minimo inderogabile fissato a 60 anni.
All’attacco il Movimento 5 Stelle. I parlamentari pentastellati hanno inscenato una protesta inserendo nelle caselle postali dei colleghi un cruciverba anti-casta dal titolo: “La pensione enigmistica”, mentre stamattina in conferenza stampa Di Battista e Di Maio hanno dichiarato di voler andare in pensione con la Legge Fornero.
Tutto ciò mentre proprio al senato pende il ddl Richetti. Ieri il provvedimento è stato incardinato in commissione Affari Costituzionali ma alcune perplessità evocano il rischio dell’incostituzionalità. Martedì partirà il ciclo di audizione e sebbene i Dem assicurano che il testo andrà avanti, tra legge di bilancio e ius soli, il rischio che si impantani resta concreto. Infatti l’obiettivo è quello di equiparare in tutto e per tutto le pensioni dei parlamentari a quelle di tutti gli altri dipendenti pubblici, ma anche quello di abolirle definitivamente trasformando quelle in essere in pensione contributiva, con un conseguente ricalcolo dell’assegno. Chi è contro il ddl sostiene che lede i principi costituzionali dell’irretroattività, perché andrebbe a toccare diritti acquisiti.