NOCI – Quando si parla della donna quello che riesco a vedere è la straordinaria potenza di questa figura, che paragono a Madre Natura per il dono miracoloso di dare luce e vita. Penso alle donne straordinarie che troviamo nella storia e nella quotidianità. Penso alla bellezza interiore ed esteriore di mia moglie, alla forza vitale di mia madre, alla saggezza di mia suocera, al dono intuitivo di mia figlia. La donna è un portato straordinario di risonanze intime e di sentimento, dotata di funzioni contenitrici e di sviluppo. Una dea magica, spirituale e corporea. Ogni donna è perfettamente consapevole del suo eros, del suo potere connettivo: corporeo e sessuale; capace di attirare a sé il sesso opposto facendo leva sulla dimensione estetica, disponendo di preziosi strumenti di piacere. La pulsione sessuale è dominio del femminile, la attiva la donna come pulsione ed abbraccio passionale alla vita, perché la donna con la corporeità è capace di connettere, completare e compiere. Lei sa unire corpo e virtù, sa attrarre e sa liberarsi di alterità, smussando gli spigoli e riempendoci di affinità.
Penso che il clamore mediatico di questi giorni per le scritte sui manifesti, affrettatamente bollate come sessiste (e se fosse una donna ad averle scritte?), mal rappresentano quel che la donna è, tanto meno il principio di realtà. Cosa altro dicono quelle due frasi?
Con la prima frase viene espresso il concetto che se eccedi nelle nudità rischi di essere vittima degli impulsi incontrollati di alcuni uomini. Alcuni, non tutti, chiariamolo! È ovvio che nessuno ha il diritto di abusare di una donna, e non può passare il concetto che se l’è cercata, ma nemmeno per le donne è utile illudersi di usare il potere erotico alla leggera, in modo spensierato. È come attraversare sulle strisce pedonali (nemmeno queste possiamo attraversare tranquillamente). Da bambini (sia ai maschietti sia alle femminucce, indistintamente insomma) ci hanno insegnato che bisogna attraversare sulle strisce pedonali, aspettare che l’omino diventi verde, ecc. Inoltre bisogna accertarsi che le macchine rispettino il codice stradale, che non sopraggiungano in velocità, insomma che rispettino la vita! Sì, perché chi attraversa ha tutto il diritto di attraversare, di essere vivo! Purtroppo ci sono individui in giro che ti investono o che commettono infrazioni, reati, ingiustizie, ledono la libertà altrui, rubano la vita altrui. Sicuramente è un’ingiustizia! Ma siamo consapevoli che non sempre la realtà è come dovrebbe essere. Allora, come si potrebbero chiamare i suggerimenti che ci davano per attraversare? Principio di consapevolezza? Principio di realtà?
Ritornando alle donne, ci sono donne intelligenti ed affascinanti, straordinariamente capaci di indossare abiti corti e/o provocanti, tacchi alti, capaci di mostrare le curve e padroneggiare il make up, ma sanno come, dove e quando farlo perché sono consapevoli della realtà.
Allora il monito della scritta sul manifesto proviamo a leggerlo senza frignare o stereotipati giudizi, ma semplicemente come “tanto è potente l’eros della donna, quanto incontrollato ed incontrollabile può essere l’istinto basso di alcuni uomini”. Se poi ci si vuole ribellare al piano di realtà, allora che il destino vi sia amico.
Riguardo alla seconda frase, quella che pone l’accento sulle sottili e subdole violenze che le donne fanno sugli uomini, penso che il filone mediatico, alimentato anche dalle istituzioni locali, ha trascurato che le donne, come tutte le persone, hanno anche un lato oscuro della personalità. La donna è anche Eva, che offre la mela del peccato all’uomo … La donna può dominare l’uomo psicologicamente e sa fare abile ed ambidestro uso della carnalità e della sottigliezza. C’è un lato della donna che anziché proteggere e contenere, può bloccare e paralizzare. Dietro l’educazione narcisistica può legare i figli a sé con un amore e una dedizione fuori dal normale, può essere castrante e iperprotettiva. Con il rafforzamento affabulatorio delle qualità del suo compagno può portarlo alla dissoluzione, con eccessi e sfarzi. La donna può essere anche matrigna, mangiatrice sottile e subdola di uomini, come ci insegnano i miti greci delle sirene. La donna è capace di allestire matrimoni di convenienza, metter su famiglia con un uomo e (fintamente) amare e mantenere in vita il sentimento e la fantasia di amore in un altro uomo. Ci sono donne che professano valori, ma poi si apparentano ad un materialismo a cui l’uomo deve dare forma. E non dimentichiamo Medea, che per vendetta del suo adorato Giasone, mangia i loro stessi figli. Il tema dell’infanticidio è sempre attuale, a volte agito altre volte differito in forme psicologicamente sottili e subdole.
Potremmo continuare per ore con esempi di donne così, ma mi sembra abbastanza.
Per quanto riguarda l’autore, o l’autrice, delle scritte sulla locandina credo che non sia meno irrispettoso di chi ha tagliato col coltello i tazebao politici o di chi ha boicottato manifestazioni di piazza con una faziosa controinformazione. Probabilmente ha voluto gridare un’ingiustizia che, forse, ha subìto e che, comunque, emerge dall’anima. Ci ha voluto dire che è da stolti guardare solo al bello delle donne (solo vittime) ed al brutto degli uomini (solo carnefici). Ci ha voluto dire che esiste anche del “brutto” delle donne. E forse che il bello degli uomini può emergere meglio da quelle donne che sanno stare con Dio e con la virtù. E questo lo aggiungo io, nel rispetto di tutti e col permesso di chi ha imbrattato il manifesto.
Enzo Bartalotta