Significati e simboli della Pasqua: l’invito ad una rinascita interiore

NOCI – Campane in festa, ramoscelli d’ulivo, agnelli, colombe, uova di cioccolato e auguri a profusione: è il giorno di Pasqua.

Di derivazione ebraica, da pesach che significa “passare oltre”, “tralasciare”, la Pasqua fa risalire la genesi della sua stessa denominazione all’episodio della decima piaga, quando il Signore, avendo visto il sangue dell’agnello sulle porte delle case di Israele, passò appunto oltre, andando a colpire soltanto i primogeniti maschi degli egiziani.

La Pasqua nasce come festa volta a onorare la liberazione di Israele dalla schiavitù egiziana nonché come ricorrenza mirante ad esaltare l’inizio della libertà con Dio verso la terra promessa. Con il passare dei secoli e con la diffusione del cristianesimo però, la Pasqua ha assunto un nuovo volto e un nuovo significato: non più celebrazione della liberazione dall’Egitto bensì liturgia di resurrezione.

Oggi si festeggia Cristo che ha dato la sua vita per gli uomini. Si celebra Colui che è morto in croce per liberarci dal peccato originale e per purificarci da una vita sporca e viziata. Pasqua è perciò nuova vita, è risveglio, è rinascita che invoca a risorgere con Gesù.

Trattasi di una festa satura di simbologia e intrisa di contenuti purtroppo sconosciuti ai più. Prima di imbandire la tavola e prima di scartare le uova, la Pasqua chiama alla riflessione, quella profonda.  Sì, perché deve essere Pasqua in ognuno di noi. Ciascun cuore deve disinquinarsi dalla cattiveria e ciascuna mente deve liberarsi dei pensieri negativi o delle ruminazioni deleterie.

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Non è un caso se Pasqua coincide con l’inizio della primavera. Colori, positività, fioritura: siamo chiamati tutti ad armonizzare la nostra interiorità con il fine di spazzar via l’aridità ed il freddo invernale e con l’obiettivo precipuo di seminare, coltivare e poi godere della serenità. Pasqua è passione e resurrezione, è il bene che trionfa sul male. È un nuovo inizio colmo di speranze, fiducia e allegria. Non c’è più spazio per il dolore. Siamo rinati.

Augurare dunque una buona Pasqua, al di là del senso religioso, vuol dire auspicarsi una profonda introspezione, conoscersi, esaminare i propri contenuti mentali e trovare ciò che ci fa star bene eliminando la negatività.

 

(foto fonte: jungitalia.it)