NOCI – Silvia Tonti, 23 anni, originaria di Presicce (LE), attualmente iscritta all’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”, ha già confezionato un incredibile curriculum sportivo e prosegue sulla sua strada inseguendo i suoi più grandi sogni. La giovane talentuosa, “multi-disciplina” sin da piccola, pratica più di uno sport: “le mie due passioni, mi piace chiamarle così – ci spiega Silvia – sono il triathlon (che comprende tre sport praticati senza soluzione di continuità: nuoto, ciclismo e corsa) e l’atletica leggera”. Tonti si allena in queste specialità con due società nocesi, l’Otrè Triathlon Team e l’Asd Montedoro, con le quali ha portato a casa i suoi ultimi successi. Enumerare tutte le vittorie raggiunte fino ad oggi ci obbligherebbe ad un elenco estremamente lungo, pertanto ne citiamo soltanto alcune.
Nel 2015 Tonti è la prima classificata assoluta ad aprile al Triathlon Olimpico Latina, a luglio al Triathlon Crono Otrè “Città di Noci”, ad agosto al Triathlon Sprint città di Monteparano e al Triathlon Olimpico le Dune Petacciato. A settembre vince la coppa Italia del campionato italiano staffette a Cremona U23, mentre il più grande successo d’atletica leggera è colto a Castellana Grotte, con il 1° posto alla corsa notturna di 10 km. Nel 2016 le soddisfazioni non sia arrestano, sale sul più alto gradino del podio in occasione dell’Hyppo Kampos Triathlon, dell’Olimpia Roma Eur, per poi bissare a Castellana. Il 2017 lo sta scrivendo adesso, ancora con la penna del successo. Ai nostri taccuini Silvia racconta la sua storia, quella di una ragazza con l’amore per lo sport nel sangue, cresciuta in un clima di sacrificio e sogni, di impegno e passione.
Otrè e Montedoro sono i team nocesi di cui fa parte, com’è lavorare con queste due società?
Quest’anno sono stata accolta, devo sottolineare “a braccia aperte”, da due squadre di Noci: per il triathlon la mia famiglia è l’Otrè Triathlon Team guidata dal presidente Giacomo Fusillo (con la mia guida tecnica Michele Insalata); per la corsa è l’Asd Montedoro Noci Atletica, del presidente Stefano Bianco. Questi due ambienti oltre ad avermi supportata da ottobre a questa parte durante un periodo di infortunio, mi hanno accolta con affetto e con grande professionalità, che mi ha permesso di tornare a gareggiare con serenità e grinta e programmando un percorso di crescita con obiettivi non solo imminenti ma soprattutto a lungo termine. Dopo i mesi di stop dalle gare, ho ripreso la settimana scorsa con il Triathlon della Magna Graecia a Villapiana, che mi ha regalato una bella vittoria e con la partecipazione alla 9^ tappa di Corripuglia nella splendida Barletta, che mi ha regalato l’emozione di riuscire a correre ancora una 10km con serenità anche se non ancora sui miei ritmi dopo l’infortunio.
Quand’è nata la sua passione per lo sport? Come?
La passione ed il divertimento nel muoversi in maniera creativa erano pane e acqua che ho cominciato ad assaggiare già quando ero poco più alta di un metro nella palestra di papà. Fino alla soglia dei 16 anni ho sempre visto lo sport come gioco e soprattutto non mi è mai piaciuto praticarne uno e basta. Forse questo mi preannunciava già che avrei praticato il triathlon. Ricordo che passavo dal tutù al costume e gli occhialini, dai pattini alla racchetta e alle scarpe da corsa. Di tutti questi sport pian piano ho dovuto farne una cernita, amavo la danza classica e moderna e ci combinavo il nuoto agnostico, dove ero abbastanza brava e competitiva. A 16 mi si è presentata una bella occasione: condividere una settimana con una promettente squadra di nuoto e lì (lo ripeto sempre) mi si è aperto un mondo. Non avevo mai visto persone impegnarsi e divertirsi allo stesso tempo per raggiungere un obiettivo, ho cominciato ad assaggiare il sapore della fatica e della soddisfazione al tempo stesso, così da quel momento ho deciso che tra me e l’acqua non ci sarebbe più stato “nessun grado di separazione”. Ho abbandonato la danza per intraprendere il nuoto. Ho frequentato 5 anni di liceo, studiando in macchina e sfruttando la mamma-taxi che mi accompagnava in piscina ogni giorno, neve, ghiaccio, grandine che ci fosse per 2he 30′ di viaggio ad andare e 2h 30′ a tornare. Sono stati anni impegnativi, che solo con accanto il sostegno della mia famiglia sarei riuscita a completare e anche a prendermi qualche soddisfazione. Finito il liceo, ho cambiato città e mi sono trasferita a Roma per seguire le orme di papà, laureandomi nel marzo 2016 in Scienze Motorie e Sportive. Arrivata a Roma non ho trovato un ambiente acquatico facile e al quale ero abituata e frequentando l’università avevo scoperto un altro modo per esprimere me stessa: la corsa. Da lì nasce la mia grande passione per il triathlon, dalla combinazione di queste tre meravigliose discipline: nuoto, ciclismo e corsa. Ho iniziato a praticarlo e ad innamorarmene 3 anni fa.
Così giovane ed ha già portato a casa medaglie e successi. Quali sono le sue maggiori soddisfazioni?
Da quando ho iniziato ho partecipato a tante gare, ovviamente quando si gareggia tanto alcune vanno bene altre meno bene o male, ma per me sono state tutte un successo. Ritengo che il successo sia il migliorarsi ogni volta e non solo medaglie. Comunque dei miei ricordi le vittorie più belle sono state quelle delle gare svolte in Puglia, quali il Calaponte Triweek, il Trofeo Grotte di Castellana… sono emozioni che mi convincono ogni mattina a montare in sella, a mettermi gli occhialini e un paio di scarpe nonostante sai che ti aspetta fare un po’ di fatica.
Quali, invece, i prossimi impegni?
Il mio prossimo impegno importante sarà il Calaponte Triweek questo fine settimana: gara di triathlon olimpico, organizzata nella meravigliosa Polignano a Mare. Credo che per organizzazione e livello di partecipanti una delle gare migliori sul panorama nazionale e sono emozionata solo a parteciparvi perché potrò prendere esempio e consiglio da atleti di vero spessore e ciò potrà essermi d’aiuto per migliorare. Un altro appuntamento importante saranno i campionati Italiani universitari a Catania questo 18 giugno, portando i colori del Foro Italico e del Team Otrè. In mezzo concordati con il coach ci saranno sicuramente appuntamenti test di Corripuglia.
A suo parere, qual è la sua carta vincente? Il suo segreto insomma…
Tutti abbiamo dentro di noi qualcosa che ci rende unici e speciali, sta a noi coglierne l’opportunità di sfruttare questo dono. Io credo che quelle carta di cui parliamo, mi sia stata donata dall’esempio che ho in casa di una famiglia sempre dedita al sacrificio e che mi ha sempre fatto credere che se una cosa la vuoi, puoi impegnarti ed andare a prenderla. Questa carta credo di averla scoperta proprio nei momenti no, non solo sportivi ma che caratterizzano la vita di tutti noi ed è la grande motivazione che ho sempre avuto.
Qual è la sua massima ambizione?
Far diventare la mia passione un lavoro e far sì che le gare mi portino a viaggiare per il mondo, perché reputo che questo sia il modo per permettermi la crescita più grande che si possa avere. Francamente sono una grande sognatrice ma spero che il mio sogno sia così grande che non possa essere contenuto nel cassetto.