NOCI – Lo scorso dicembre, 150 capi di stato e 10.000 delegati si sono riuniti a Parigi per la ventunesima conferenza mondiale sui cambiamenti climatici e hanno affermato che: l’unica medicina per far scendere la febbre del Pianeta è diminuire le emissioni di anidride carbonica e azzerarle entro il 2100.
Recentemente l’allarme smog ha investito tutta l’Italia, da Milano a Napoli, complice la mancanza di piogge. Non è la prima volta che accade e non sarà l’ultima. La situazione è appena migliorata grazie alla nevicata del 18 gennaio u.s. ma, già nei primi sei mesi del 2015, erano ben 18 le città che avevano superato il limite di 35 giorni di sforamento (oltre 50 microgrammi per metro cubo) di PM10, e 27 quelle con un numero di giorni di sforamento tra 10 e 35. Per la sua qualità dell’aria, l’Italia è finita sotto l’attenzione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea per il superamento dei valori giornalieri e/o annuali di PM10 in ben 70 aree urbane. A rendere il quadro decisamente preoccupante non è solo il perdurare nel tempo di elevati indici di inquinamento atmosferico, ma anche la quasi certezza che i dati in nostro possesso siano molto parziali, sia a causa dello scarso numero d centraline e talvolta della loro collocazione, sia perché la rilevazione dei PM2.5, ovvero il particolato con dimensione inferiore o uguale a 2,5 micrometri, viene effettuata da poco tempo e da un numero limitato di postazioni.
In Italia, secondo gli esperti del progetto Viias (Valutazione integrata dell’impatto dell’inquinamento atmosferico sull’ambiente e sulla salute) il PM2.5 è responsabile di circa 30 mila decessi l’anno. L’inquinamento accorcia mediamente la vita di ciascun italiano di circa 10 mesi.
E a Noci cosa succede? Avete mai provato a lasciare un lenzuolo bianco steso su via della Repubblica, magari in prossimità del semaforo? Provate a lasciarlo steso per una settimana, in quali condizioni lo ritirerete? Noci si “fregia” di essere un comune “verde”, in passato era una stazione climatica, ma oggi?
Quante auto circolano a Noci? Quanti nocesi sono disposti a rinunciare all’auto per circolare di più a piedi o in bici contribuendo a migliorare la nostra qualità dell’aria?
La creazione di nuove aree boschive nei tessuti urbani è un ottimo strumento per aumentare la biodiversità e combattere i cambiamenti climatici, mentre per abbattere gli inquinanti atmosferici o creare barriere antirumore è bene piantare alberi lungo i viali e presso i parcheggi. E’ quanto si legge nel Rapporto Ispra 2015 presentato lo scorso dicembre. Ma quanti alberi sono stati piantati a Noci recentemente? E dove è finita la consuetudine di piantare un albero per ogni bambino che nasce?
Gli alberi sono indispensabili alla nostra vita. Loro non hanno alcun bisogno di noi. Al contrario siamo noi ad avere bisogno di loro per l’ossigeno che producono; per l’umidità che trattengono e che filtra poi nelle falde dalle quali “peschiamo” l’acqua; per la rete di radici che consolida il terreno.
La speranza è che cresca la voglia di piantare nuovi alberi per migliorare la qualità dell’aria di Noci.
L’augurio è che vi sia sensibilizzazione, soprattutto da parte di chi ci rappresenta e ci amministra, per affrontare “alla radice” – è il caso di dirlo – il problema dello smog a Noci.
DANIELA FUSILLO – Presidente Associazione MurgiAmbiente di Noci (Ba)