La tangentopoli che ha coinvolto i massimi esponenti politici nella comunità di Polignano a Mare, negli ultimi giorni, ha avuto dei risvolti di non poco conto.
Mentre l’imprenditore interdetto Vito Dentico ha chiesto il patteggiamento con il consenso della Procura di Bari ad una pena pari ad 1 anno e 6 mesi di reclusione, Domenico Vitto si dimetteva dalla carica di Sindaco dato che le Autorità Giudiziarie lo avevano sottoposto a misura cautelare.
Dopo le dimissioni di Vitto dalla carica di Sindaco, i suoi difensori depositarono una istanza di revoca degli arresti domiciliari al Gip, ritenendo le dimissioni come “precipuo scopo di escludere ogni possibile interferenza con le indagini e la campagna elettorale in corso”. Ma il giudice, accettando la richiesta di revoca degli arresti domiciliari del Vice Sindaco dimissionario (con delega ai lavori pubblici) Salvatore Colella, allo stesso tempo rifiutava quella richiesta per Vitto.
Intanto a Polignano si insediava la vice prefetta Maria Stefania Fornaro con il ruolo di Commissario.
I legali dell’ex Sindaco Vitto, così, si sono rivolti al Tribunale del Riesame che questo pomeriggio ha, invece, accolto il ricorso ritenendo cessate le esigenze cautelari dopo le dimissioni.
L’ex Sindaco Vitto con ulteriori 23 indagati sono accusati dalla Procura di Bari di plurime e sistematiche condotte collusive e perturbatrici dei pubblici appalti banditi, negli ultimi anni, nel Comune di Polignano a Mare: condotte poste in essere dai pubblici ufficiali apicali dell’ente locale (politici e tecnici), di volta in volta in concorso con diversi imprenditori e professionisti economici interessati all’aggiudicazione di appalti e affidamenti diretti “sotto soglia comunitaria” in un quadro di evidenti legami funzionali al sostegno elettorale nelle elezioni amministrative.