NOCI – La presentazione di un progetto di sperimentazione didattica innovativa è stato l’oggetto dell’incontro tenutosi venerdì 10 marzo nella sala convegni della scuola media Giovanni Pascoli. Gli alunni della 3a A sono stati i protagonisti della sperimentazione, i quali hanno mostrato ai genitori e ai nocesi come la tecnologia possa influenzare la scuola, cambiando il modo di insegnare e apprendere. È nato, così, il progetto Un Nuovo Umanesimo nella Storia della Musica (dell’Arte e della Letteratura), coordinato dalla professoressa di musica Mafalda Baccaro, in collaborazione con la professoressa di lettere Angela Durante e la professoressa di arte Giovanna Surace, e monitorato dal LAB HOC del Politecnico di Milano.
Il lungo cammino che ha portato alla nascita del progetto inizia nel 2015, quando gli alunni della classe 3a B sono stati i protagonisti del video-trailer I riti antropologici del caffè e della pizza: la cultura napoletana e del Sud Italia nel mondo, proiettato ininterrottamente nel padiglione zero per tutta la durata dell’Expo di Milano. Successivamente il video ha suscitato l’interesse dell’Università degli Studi di Bari, del Politecnico di Milano e dell’Università del Salento di Lecce. Queste ultime due università consentono a 24 insegnanti di accedere al progetto di ricerca finanziato dal PON MIUR EDOC@WORK 3.0., permettendo solo a 8 docenti ritenuti più meritevoli, tra cui la prof. Baccaro, di ottenere in comodato d’uso 28 tablet Nexus 9, al fine di svolgere sperimentazione didattica.
Tale apporto tecnologico ha permesso di «coniugare il passato con il presente e il futuro, la storia e la tradizione con le innovazioni digitali e metodologiche», consentendo di svolgere in 4 mesi il lavoro di un anno. A ciò si aggiunge la scoperta del libro Musica e medicina di John O’Shea, il quale ha permesso alla professoressa di musica di «considerare quanto lo stato di salute abbia influito sulla produzione artistica e sullo stile di vita di un compositore». Sfruttando, così, «le infinite possibilità di arricchimento culturale e spirituale che il progetto offre facendo ricerca con le tecnologie digitali» è nato il progetto all’inizio citato, con le finalità di «far nascere negli studenti il desiderio di verità, saper ricercare le informazioni, affinare il pensiero critico e mettere al centro lo studio della persona».
Si è creata, così, la flipped classroom, ovvero l’insegnamento capovolto, dove l’insegnate ha il compito di predisporre materiali, come video, immagini, file audio, link o epub, da condividere online con i suoi studenti in spazi di archiviazione personale chiamato cloud. Grazie all’utilizzo di Google Drive, uno dei tanti servizi di conservazione dati, «i materiali messi a disposizione dal docente possono essere visti e fruiti fin quando non sono stati appresi», dando il vantaggio di non dover rispiegare una lezione.
Quindi, attraverso questo nuovo metodo di insegnamento, unitamente ai tablet e all’utilizzo della tecnologia cloud, è stato creato un sito web intitolato per l’appunto Un Nuovo Umanesimo nella Storia della Musica, a breve disponibile on line, sulla base del già citato libro di O’Shea. Il sito, infatti, racconta la vita, le malattie e alcuni aneddoti dei più grandi musicisti della storia, attraverso le ricerche, le immagini e la voce degli alunni, intrecciando arte, letteratura e medicina con le nuove tecnologie digitali. L’esperienza didattica è stata valutata, lo scorso 15 febbraio, con il massimo dei voti dalla commissione del già citato LAB HOC del Politecnico di Milano, poiché la flipped classroom e il digital storytelling «si coniugano in maniera assai efficace all’interno di questa esperienza di carattere interdisciplinare e di indubbio valore didattico. […] Molto apprezzabile è il prodotto finale che evidenzia un contributo sentito da parte dei ragazzi e che, ancora una volta, nasce da un paziente e complesso lavoro di preparazione». In seguito, il Politecnico di Milano pubblicherà un articolo in una rivista scientifica di settore per dar spazio ancora una volta al buon risultato ottenuto dalla scuola media nocese.
Infine, tante sono state le soddisfazioni espresse dal preside del comprensivo Giuseppe D’Elia e dal sindaco Domenico Nisi, sostenitori del progetto fin dalla sua nascita, alle quali si aggiungono quelle del sentore Piero Liuzzi. «Il futuro si costruisce a scuola.», ha commentato il sindaco, ringraziando le insegnanti e gli alunni per la passione dimostrata nei confronti dell’iniziativa. «Questo è un motivo di orgoglio», ha, invece, commentato il preside. «Quando la scuola si impegna e produce risultati, quello è il compenso più grande che un dirigente possa toccare. La buona scuola è quella che si fa in classe con buoni progetti, buoni insegnati, buoni alunni e aggiungerei buoni genitori che aiutano in queste iniziative. I ragazzi sono il futuro è sul futuro bisogna investire». Ed è grazie all’impegno e alla passione dimostrata della professoressa Mafalda Baccaro che il progetto è riuscito a portare in alto il nome della scuola nocese, unitamente alla grande collaborazione degli alunni che hanno creduto nella loro insegnante.