NOCI – Si definisce con il termine “insonnia” l’incapacità di dormire accompagnata da un generale mal funzionamento dell’organismo psicofisico che accusa stanchezza, spossatezza, difficoltà attentive, irascibilità e compromissione delle attività giornaliere. Chi vive questa problematica (facilmente favorevole alla cronicità), riferisce di non riuscire ad addormentarsi nonostante il sentito bisogno fisiologico e di agitarsi e svegliarsi ripetutamente quando il sonno è sopraggiunto.
Un disturbo fastidioso, un cruccio seccante. In tanti ne soffrono e in pochi lo ammettono. Sebbene non si possa parlare di una universale eziologia, la letteratura scientifica ci insegna che svariate e piuttosto comuni appaiono le cause dell’insonnia. I moventi di natura psicologica quali stress, ansia e depressione sembrano i più diffusi seguiti da patologie fisiche come arteriosclerosi o iper-tiroidismo. Ma anche l’uso di sostanze stimolanti ed eccitanti quali caffeina, cacao e tè non sono da meno.
Quel che avviene nella maggior parte dei casi è che la notte non si dorme e il giorno, data la fiacca, l’insonne tende ad appisolarsi per qualche ora durante il pomeriggio o nelle ore più improbabili, incrementando così la difficoltà dell’addormentamento notturno. Un circolo vizioso insomma dal quale non se ne esce se non si interviene tempestivamente.
Mantenere un orario regolare del ciclo sonno-veglia, svolgere attività fisiche durante il giorno ma mai nelle tarde ore serali (in quanto eccitano la muscolatura), cenare con alimenti leggeri e predisporre un ambiente rilassante e privo di rumori rappresentano tutti consigli di aiuto.
Nel momento in cui l’individuo appura la natura non più occasionale del problema diventa prioritario sottoporsi a visita che accerti le cause e predisponga il trattamento consistente in psicofarmaci o in terapia cognitivo-comportamentale. Ma nei casi più lievi è sufficiente una camomilla o una tisana alla valeriana.