NOCI – «Lo sport aiuta tantissimo. Soprattutto negli sport di squadra è fondamentale il ruolo dell’allenatore, che ponendosi come leader contrasta la leadership del bullo e trasmette l’appartenenza al gruppo, perché è il gruppo che vince e non il singolo». A dirlo è Walter Vivian, educatore sportivo di esperienza ultra quarantennale, invitato all’evento “Il volontariato e lo sport per contrastare i fenomeni di bullismo”, tenutosi mercoledì 23 novembre scorso al il Chiostro di San Domenico.
L’iniziativa proposta dall’associazione di volontariato “Coccinella” di Castellana Grotte e dall’a.s.d. Atletico Noci, con la promozione del Centro di Servizio al Volontariato “San Nicola” CSV ha visto la partecipazione oltre che di Vivian anche di Giovanni Mansueto, psicologo clinico specializzando in Psicoterapia Cognitiva; Daniela Fusillo, presidente dell’associazione MurgiAmbiente; Mirko De Leonardis, capo Scout AGESCI Noci 1 e di Daniela Lovece, giornalista castellanese e presidente dell’associazione di promozione sociale ViviCastellanaGrotte, nelle vesti di moderatrice dell’incontro. «L’etimologia del termine bullismo – dice Lovece in apertura – è da ricondursi all’olandese boel che vuol dire amico, fratello, quindi vittima e carnefice, Caino e Abele».
La parola, dopo i primi interventi è passata ai rappresentanti delle associazioni, Daniela Fusillo la quale ha sostenuto che «nell’ambiente il bambino trova il suo habitat e diventa protagonista e nell’ambiente i bambini sono tutti uguali» e Mirko De Leonardis che ha ri-sottolineato l’importanza dei genitori, con i quali si deve creare un’alleanza educativa, fondamentale «per capire ciò che il ragazzo sta vivendo, riuscendo ad arrivare in fondo a problematiche, che prima vedevamo solo sopra, sopra».
Infine, Anna Gentile con Giovanni Mansueto, hanno presentato il progetto di sensibilizzazione e prevenzione al fenomeno del bullismo e cyber-bullismo, un’indagine esplorativa nata grazie alla collaborazione dell’allenatore Vito Guarnieri dell’Atletico Noci. L’indagine, partita dalla somministrazione di un questionario ai genitori, ha avuto lo scopo di capire cosa sanno i “grandi” del bullismo e del cyber-bullismo. E’ emerso che i genitori intendono per bullismo l’aggressione fisica e non il comportamento di natura psicologica, inoltre, sono convinti che se i figli fossero vittime di bullismo ne parlerebbero con loro.
Le conclusioni emerse da questa indagine sono: la scarsa conoscenza di questo fenomeno, la scarsa condivisione del problema con le istituzioni e l’importanza delle varie associazioni per la prevenzione e la sensibilizzazione del bullismo e del cyberbullismo.