NOCI – Dibattito acceso, soprattutto nel finale, sui metodi da adottare per bloccare l’avanzata della Xylella Fastidiosa tra Confagricoltura Bari e l’associazione Spazi Popolari AOR (Agricoltura Organica Rigenerativa). La discussione tra le due fazioni è emersa nella parte finale del dibattito pubblico “La Xylella nella Terra delle Noci” organizzato dall’associazione nocese Terre delle Noci.
In principio l’evento aveva, come ripetuto dagli organizzatori e dalla moderatrice dell’incontro Giovanna De Crescenzo, un solo fine didattico illustrativo per fornire una corretta informazione su quello che è un problema divenuto annoso che sta falcidiando le campagne pugliesi e che da poco ha visto spostarsi la zona cuscinetto nella Bassa Murgia e Valle d’Itria.
Motivo del contendere è la visione dell’ulivo e la sua utilità all’interno della vita agricola. Lo scontro si basa su un documento inviato da Confagricolutra alla Regione Puglia per spostare gli alberi d’ulivo e tentare così di salvarli dalla eradicazione. Di avviso completamente opposto è Ivano Gioffreda, presidente dell’associazione Spazi Popolari AOR (Agricoltura Organica Rigenerativa) che nel suo intervento, tramite una serie di diapositive e materiale fotografico scattato nella zona rossa salentina, spiegava alla platea giunta sabato sera al Chiostro di San Domenico, come lasciando intatta la parte alta della chioma degli ulivi, questi, seppur infetti da xylella, si siano ripresi quasi del tutto dal feroce agente patogeno. L’esatto opposto di ciò che è scritto nei due “Piani Silletti” che prevedono invece l’eradicazione degli esemplari malati e la quarantena di quelli disposti nell’arco di 100mt. Un ragionamento, quello di Gioffreda, di appassionato e amante della propria terra più che di un agricoltore votato alla scienza.
Su questo punto si accende il dibattito con Michele Lacenere, presidente di Confragricolutra Bari. Per lui il documento inviato in Regione era propedeutico alla legge regionale sulla salvaguardia degli ulivi poi riconosciuti come patrimonio della terra pugliese e funzionale alla zootecnia sull’orlo di un tracollo economico-finanziario. Un botta e risposta dai toni accesi si è quindi sviluppato tra i due esponenti di visioni contrapposte sul caso xylella che però non è piaciuto alla platea tanto che la moderatrice ha dovuto richiamare più volte alla pacatezza dei toni.
Al confronto non ha potuto assistere il sindaco di Noci Domenico Nisi che dopo l’intervento iniziale dei saluti istituzionali ha dovuto abbandonare la sala. Battesimo di fuoco pertanto per l’architetto Franco Tinelli tornato alla guida dell’associazione Terre delle Noci, dopo la parentesi di due anni del dott. Giovanni Tria. Un argomento spinoso quello della xylella, che arriva a toccare le corde più intime degli agricoltori sia perché costituisce una difficoltà seria per il proseguo delle attività contadine e per la produzione di olive e olio, sia per la salvaguardia del territorio e la protezione storico-culturale degli esemplari ultrasecolari come il “Gigante di Alliste”.
«La malattia non si può più debellare – sentenzia la dott.ssa Crescenza Dongiovanni Responsabile del settore “Protezione Integrata e Biologica delle Colture e Sicurezza Alimentare” del CRSFA anch’ella intervenuta al dibattito – ormai con l’egente patogeno si può solo convivere ed evitare che si espanda in altre zone della Puglia o che danneggi altri tipi di colture come viti, agrumi, oleandri».