NOCI – Lo yoga, quale percorso iniziatico dalla straordinaria completezza – date le sue valenze spirituali, salutistiche, filosofiche ed etiche – si intreccia a diverse istanze di fondamentale importanza, riconducibili non solo alla sfera dell’individuo, ma anche del sociale e dell’impegno ambientale.
Poiché la consapevolezza di tutto ciò conferma e rafforza il valore dello yoga quale cammino di «unione» a tutti i livelli, credo valga la pena provare a esplorare il ricco e affascinante dialogo tra yoga e natura. In prima istanza, se lo yoga appare come un cammino particolarmente adatto a scoprire la nostra vera natura, la natura stessa – possiamo dire – è parte dello yoga. Un legame, quello tra yoga e ambiente, che è racchiuso, d’altronde, nelle antichissime origini della disciplina stessa. Non dimentichiamo infatti che, secondo la tradizione, lo yoga venne rivelato ai rishi in meditazione, gli asceti che, vivendo a contatto diretto e continuo con la natura, nella semplicità e nella contemplazione, erano anche fini conoscitori dei suoi segreti intimi e delle leggi dell’universo.
Non è dunque un caso che, nella ricca e vasta simbologia della yoga, gli âsana – ma anche il prânâyâma – abbiano nomi attinti all’universo naturale, come quelli, numerosissimi, di animali, ma anche di astri (nelle varianti del Surya– e delChandranamaskar, ad esempio), nonché di elementi riconducibili al mondo vegetale (come Vrksâsana, la posizione dell’albero), geologico (quali Tadâsana), atmosferico (come la «posizione del fulmine»), passando per la stilizzazione delle figure geometriche (tra cuiTrikonâsana). Tutte le âsana racchiudono dunque, nell’immediatezza e nella trasparenza della loro essenza, un patrimonio universale ed eterno. Attraverso la pratica yogica è così possibile riconnettersi, in modo diretto ed evocativo, alla realtà primigenia del mondo naturale e alla Creazione tutta.
Non solo: ho sperimentato intimamente che praticando a diretto contatto con la natura, è possibile raffinare e vivere pienamente questa percezione fondamentale e vitale. Il corpo può essere visto, dunque, non solo come un microcosmo, ma anche, utilizzando un’analogia attinta dal mondo naturale, una sorta di vero e proprio «ecosistema». Così, quando tutto in noi funziona in sincronia e armonia siamo liberi dalle malattie e dalla sofferenza e, come in una sorta di «ecosistema al climax», viviamo nella pienezza e nello splendore. Alla luce di ciò, lo yoga può essere inteso anche come una forma di «ecologia del corpo».Grazie anche allo yoga è possibile farsi «piccoli», per dare spazio agli altri, all’Altro, nel cammino interiore come nella vita quotidiana. Lo sappiamo ormai bene: il Pianeta non è un sistema infinito e, così, non può logicamente esserci «crescita economica infinita». Perché non cercare, allora, di fare spazio a tutto quel che ci circonda, non solo a noi stessi? E insieme, possibilmente, di accogliere? E anche se quel che ci circonda è in ultima istanza illusorio, essendo una manifestazione diMaya, è pur vero che la vita è un dono immenso che ci è stato fatto per poter fare esperienza dell’Assoluto, per evolverci.
Yoga e Natura per farsi piccoli e partendo dai piccoli è quanto stiamo sperimentando presso l’Aula Verde, la nostra Scuola di Educazione Ambientale dell’Associazione MurgiAmbiente di Noci.
Grazie alla maestria della dott.ssa Rossella Bianco, i piccoli partecipanti stanno vivendo la fantastica esperienza di sentirsi uniti alla natura, di esserne parte importante ed integrante.
L’ispirazione migliore per quest’âsana arriva, naturalmente, dagli stessi alberi. Dall’osservazione e dall’ascolto attento e partecipe della loro intima essenza possiamo imparare molto. Nella loro varietà, generosità e silenziosa presenza, tutti gli alberi hanno delle salde radici sotterranee e una chioma protesa verso il cielo, oltre la dimensione visibile. Verso l’infinito.
DANIELA FUSILLO – Presidente Associazione MurgiAmbiente di Noci (Ba)