NOCI – Da ex elettore della sinistra fino al 2013, da cittadino che vede costantemente tradire gli impegni dei propri rappresentanti, da uomo preoccupato per certe derive sovraniste e razziste, posso solo applaudire alla nuova segreteria politica del PD.
Sarei un ingenuo se credessi che il cambio di una sola persona alla guida spazzasse via anni di fallimenti, scandali e tradimento della classe operaia. Ma oggi abbiamo bisogno di compensazioni, se non altro di un linguaggio nuovo, quello che Zingaretti ha usato nella sua prima uscita da segretario del PD.
“Io leader, non capo” è un bel segnale, una voce fuori dalla coro dei Salvini, Di Maio (anche lui ultimamente affetto dalla stessa patologia), Berlusconi e da ultimo Renzi. Zingaretti, tra l’altro, dovrebbe chiudere definitivamente la parentesi Renzi e la stagione del giglio magico, aiutato anche da un finale mediatico condito dagli arresti dei genitori di Renzi per fatture false e bancarotta fraudolenta. Lui si è detto orgoglioso dei suoi genitori. Si stava forse portando avanti, chiamandosi fuori dal nuovo PD.
L’Italia ed il popolo del PD ha avuto questa dannata tentazione di buttarsi mani, piedi, fondo schiena e portafoglio nella mani dell’uomo forte, del capo, di chi si è atteggiato a padrone. Come è stato possibile? È questa narrazione degli ultimi anni di un elettorato PD, innamorato di un uomo solo, che Zingaretti deve cambiare, per risalire. Quando parla di “leader di una comunità”, di “altra strada”, di “voltare pagina”, si riaccende la speranza di un partito con pluralità di voci, unite nei valori della sinistra. Valori in massima parte da recuperare del tutto. Sarà un percorso difficile e gli ostacoli maggiori si trovano in casa.
Per fortuna sua il 60% di preferenze gli dà una legittimazione forte. Zingaretti da oggi farà bene a selezionare subito un nuovo gruppo dirigente, facce nuove, capaci di offrire una nuova narrazione della vita politica italiana e proporre atti concreti che vadano nella direzione del sociale, dei valori di umanità e solidarietà. L’Italia ha bisogno di una alternativa credibile di governo. Ripulire l’immagine e recuperare i delusi del PD è compito arduo. A Zingaretti faccio gli auguri ed un sincero in bocca al lupo, perché la buona politica la fanno gli uomini e non i simboli.